Un numero sempre maggiore di persone in Svizzera lavora in più impieghi a tempo parziale. Che sia per motivi familiari, per una migliore conciliazione tra lavoro e tempo libero o per necessità economiche – la realtà del mondo del lavoro è diventata più diversificata. Tuttavia, nella previdenza professionale si nota che chi ha più lavori è spesso meno tutelato rispetto a chi ha un solo datore di lavoro, anche se il reddito complessivo è lo stesso.
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Uno sguardo ai dati attuali
Secondo l’ultimo rapporto del Consiglio federale del 22 ottobre 2025, questo tema riguarda una parte significativa della popolazione attiva: circa l’8%, ovvero 384’000 persone occupate in Svizzera, hanno più datori di lavoro. Molte di esse percepiscono, in ciascun impiego, un reddito inferiore alla soglia d’entrata nella LPP – attualmente circa 22’680 franchi all’anno (dato del 2025).
Se il salario resta al di sotto di questa soglia, non nasce un’assicurazione obbligatoria nel secondo pilastro. Ciò significa che, anche se il reddito complessivo supera la soglia d’entrata, una parte o addirittura l’intero reddito non è assicurato ai fini LPP.
Chi è particolarmente colpito
Il rapporto mostra chiaramente che determinati gruppi sono colpiti in modo superiore alla media: lavoratori a tempo parziale, donne e dipendenti nei settori a basso salario.
Proprio questi gruppi corrono quindi un rischio maggiore di non essere sufficientemente coperti dalla previdenza professionale nella vecchiaia.
Possibili adeguamenti
Il Consiglio federale ha esaminato diversi modelli per migliorare la previdenza dei lavoratori con più impieghi. Conclude che l’abbassamento della soglia d’entrata e della deduzione di coordinamento rappresentano l’approccio più efficace.
- Una soglia d’entrata più bassa farebbe sì che un maggior numero di lavoratori sia assicurato obbligatoriamente – anche con redditi più bassi.
- Una deduzione di coordinamento più bassa aumenterebbe il salario assicurato e quindi anche la futura rendita.
- Nel complesso, la previdenza diventerebbe più equa e meglio adattata alle realtà lavorative odierne, in cui le attività multiple e a tempo parziale sono sempre più diffuse.
Secondo il rapporto, queste misure amplierebbero l’accesso al secondo pilastro e migliorerebbero sensibilmente la previdenza delle persone con più redditi.
Sfide e considerazioni
Il rapporto segnala tuttavia anche le possibili conseguenze: una soglia d’entrata o una deduzione di coordinamento più basse comporterebbero costi aggiuntivi e oneri amministrativi per i datori di lavoro e gli istituti di previdenza. Inoltre, senza ulteriori riforme – ad esempio nella definizione del tasso di conversione – sarebbe concepibile un aggravamento del sottofinanziamento esistente nel settore obbligatorio.
Per questo motivo, il Consiglio federale sottolinea che gli adeguamenti devono essere elaborati con cura e restare finanziariamente sostenibili. L’obiettivo è una soluzione equilibrata che migliori la sicurezza sociale e al contempo mantenga la stabilità del sistema previdenziale.
La flessibilità come chiave per il futuro della previdenza
Il mondo del lavoro cambia – e con esso le esigenze della previdenza professionale. Presso Tellco offriamo soluzioni previdenziali flessibili, che si adattano alle situazioni lavorative attuali. Le nostre soluzioni tengono conto dei salari orari e dei gradi d’occupazione parziale e permettono di ridurre o eliminare completamente la deduzione di coordinamento. Il nostro obiettivo: che il maggior numero possibile di persone – indipendentemente dal grado di occupazione o dal numero di datori di lavoro – sia finanziariamente tutelato nella vecchiaia.
Il dibattito sulla previdenza dei lavoratori con più impieghi mostra quanto sia importante adattare il secondo pilastro alla realtà del mondo del lavoro di oggi. Il rapporto del Consiglio federale fornisce preziose conoscenze e spunti di riflessione – e al tempo stesso sottolinea che soluzioni previdenziali flessibili e orientate al futuro stanno assumendo un’importanza sempre maggiore.